ARTICOLO - Roma, le campane hi-tech
Roma, le campane hi-tech
(La Repubblica - Paolo G.Brera)
Alla fine ha vinto quel campanaro pigro di Fra Martino. Ora può restarsene serenamente a dormire: nella culla della cristianità, in tutta Roma, dentro e fuori le mura Vaticane le campane a corda sono praticamente scomparse, e i campanari definitivamente estinti. San Pietro compresa. San Giovanni, San Paolo e Santa Croce incluse.
La riserva vaticana è ridotta al lumicino: con 585 chiese e 1.500 campane, nella Capitale dei due Stati le possiedono solo tre parroci, e non sono né storiche né devote all´antica arte liturgica dei suonatori di campane.Semplicemente, spiega don Mauro, «per ora non le rimoderniamo per mancanza di fondi». Nella città dei papi, la Pontificia Fonderia Lucenti sfornò l´ultima campana nel ´93, e alla fine del millennio chiuse i battenti: c´era poco lavoro. «E pensare - spiegano nella diocesi di papa Benedetto XVI - che Roma è una delle città in cui ci cono più campane vere».
Già, perché la concorrenza è lo scampanio in Mp3: tutto digitale, qualche bel potente diffusore sul campanile e via, quand´è tempo che trillino fan tutto da sé. «Nelle molte chiese nuove - dice la diocesi di Roma - si è privilegiata l´economicità del sistema di diffusione a disco, ma oggi dove è possibile si tende a installare campane vere, ancorché motorizzate con moderni sistemi automatici».
La differenza la fa il portafogli, e se mai come quest´anno i parroci romani lamentano il "braccino" dei fedeli nel porgere l´obolo («colpa della crisi economica», dicono) risparmiare con un giradischi le decine di migliaia d´euro per campana e installazione fa comodo eccome.
E se si cede alla tradizione del bronzo, lo si fa assistiti da un motore: vuoi mettere la comodità? «Il suono della campana - continua la diocesi romana - serve a chiamare i fedeli alla partecipazione liturgica: le campane trillano prima delle sante messe, e a Roma si è valutata l´opportunità di farlo tre volte al giorno per l´Angelus domini: tra le 7 e le 8, a mezzogiorno e la sera tra le 18 e le 19».
Non solo: si suonano anche negli eventi particolari della parrocchia, come i matrimoni e i funerali. Il campanaro, per tutto questo, non serve più: pensa a tutto l´elettronica, al massimo c´è da schiacciare un bottone per gli eventi non programmati.
D´altronde, spiega la diocesi, «i campanili sono così alti e imponenti che usare la corda classica sarebbe anacronistico». È per questo che in tutta la città eterna lo fanno solo la chiesa di San Giuseppe da Copertino, quella di San Ottavio e Compagni Martiri e la parrocchia di Nostra Signora della Trasfigurazione: tre delle 50 chiese realizzate a Roma nell´ultimo mezzo secolo, nell´era del vicariato di Camillo Ruini. La prima, poi, al posto del campanile ha un trespolo d´acciaio che regge le campane, e per suonarle non serve più appendersi come don Camillo di Guareschi. Basta tirare la cordicella, altro che corde appese da decine di metri per tonnellate di bronzo (la campana dei caduti di Rovereto ne pesa 22). Così le suonano anche i sacrestani, «e a volte pure i fedeli».
Tant´è, per l´estinzione dei campanari c´è chi versa lagrime amare. A giugno, al raduno nazionale a Castelnuovo del Garda (Vr) c´erano tremila suonatori di campane: «È uno strumento sacro - dice Fabio Giona, presidente dell´Associazione suonatori a sistema veronese, una delle molte - e la tradizione la tramandiamo da padre in figlio.
C´è chi le suona salendo sul campanile e percuotendole col batacchio, e chi come noi le fa ruotare a corda per 360 gradi. Solo nella nostra associazione siamo 2.500 iscritti: possiamo suonare anche quelle meccanizzate, se hanno conservato anche il sistema manuale. Ci contattano tanti giovani, ma non tutti i parroci ci spalancano le porte: la gente protesta perché facciamo rumore». E già, i motorini smarmittati chi li sente più?
Paolo G.Brera
La Repubblica - LEGGI L'ARTICOLO
(La Repubblica - Paolo G.Brera)
Alla fine ha vinto quel campanaro pigro di Fra Martino. Ora può restarsene serenamente a dormire: nella culla della cristianità, in tutta Roma, dentro e fuori le mura Vaticane le campane a corda sono praticamente scomparse, e i campanari definitivamente estinti. San Pietro compresa. San Giovanni, San Paolo e Santa Croce incluse.
La riserva vaticana è ridotta al lumicino: con 585 chiese e 1.500 campane, nella Capitale dei due Stati le possiedono solo tre parroci, e non sono né storiche né devote all´antica arte liturgica dei suonatori di campane.Semplicemente, spiega don Mauro, «per ora non le rimoderniamo per mancanza di fondi». Nella città dei papi, la Pontificia Fonderia Lucenti sfornò l´ultima campana nel ´93, e alla fine del millennio chiuse i battenti: c´era poco lavoro. «E pensare - spiegano nella diocesi di papa Benedetto XVI - che Roma è una delle città in cui ci cono più campane vere».
Già, perché la concorrenza è lo scampanio in Mp3: tutto digitale, qualche bel potente diffusore sul campanile e via, quand´è tempo che trillino fan tutto da sé. «Nelle molte chiese nuove - dice la diocesi di Roma - si è privilegiata l´economicità del sistema di diffusione a disco, ma oggi dove è possibile si tende a installare campane vere, ancorché motorizzate con moderni sistemi automatici».
La differenza la fa il portafogli, e se mai come quest´anno i parroci romani lamentano il "braccino" dei fedeli nel porgere l´obolo («colpa della crisi economica», dicono) risparmiare con un giradischi le decine di migliaia d´euro per campana e installazione fa comodo eccome.
E se si cede alla tradizione del bronzo, lo si fa assistiti da un motore: vuoi mettere la comodità? «Il suono della campana - continua la diocesi romana - serve a chiamare i fedeli alla partecipazione liturgica: le campane trillano prima delle sante messe, e a Roma si è valutata l´opportunità di farlo tre volte al giorno per l´Angelus domini: tra le 7 e le 8, a mezzogiorno e la sera tra le 18 e le 19».
Non solo: si suonano anche negli eventi particolari della parrocchia, come i matrimoni e i funerali. Il campanaro, per tutto questo, non serve più: pensa a tutto l´elettronica, al massimo c´è da schiacciare un bottone per gli eventi non programmati.
D´altronde, spiega la diocesi, «i campanili sono così alti e imponenti che usare la corda classica sarebbe anacronistico». È per questo che in tutta la città eterna lo fanno solo la chiesa di San Giuseppe da Copertino, quella di San Ottavio e Compagni Martiri e la parrocchia di Nostra Signora della Trasfigurazione: tre delle 50 chiese realizzate a Roma nell´ultimo mezzo secolo, nell´era del vicariato di Camillo Ruini. La prima, poi, al posto del campanile ha un trespolo d´acciaio che regge le campane, e per suonarle non serve più appendersi come don Camillo di Guareschi. Basta tirare la cordicella, altro che corde appese da decine di metri per tonnellate di bronzo (la campana dei caduti di Rovereto ne pesa 22). Così le suonano anche i sacrestani, «e a volte pure i fedeli».
Tant´è, per l´estinzione dei campanari c´è chi versa lagrime amare. A giugno, al raduno nazionale a Castelnuovo del Garda (Vr) c´erano tremila suonatori di campane: «È uno strumento sacro - dice Fabio Giona, presidente dell´Associazione suonatori a sistema veronese, una delle molte - e la tradizione la tramandiamo da padre in figlio.
C´è chi le suona salendo sul campanile e percuotendole col batacchio, e chi come noi le fa ruotare a corda per 360 gradi. Solo nella nostra associazione siamo 2.500 iscritti: possiamo suonare anche quelle meccanizzate, se hanno conservato anche il sistema manuale. Ci contattano tanti giovani, ma non tutti i parroci ci spalancano le porte: la gente protesta perché facciamo rumore». E già, i motorini smarmittati chi li sente più?
Paolo G.Brera
La Repubblica - LEGGI L'ARTICOLO
Commenti
Posta un commento